STAGIONE 2017/2018
danze scozzesi
SCOZIA, IRLANDA E I LORO MAGICI BALLI
La magia delle Highlands e l’eleganza dei castelli scozzesi, il fascino e l’energia dell’Irlanda da scoprire a passo di danza. È un condensato di emozioni e antiche tradizioni quello racchiuso nei balli provenienti dalle “Terre Verdi”, ma anche un mondo fatto di socialità e di voglia di divertirsi insieme sulle note di violini e cornamuse.
Passi e figure che affondano le loro radici nei secoli, ma che hanno saputo diffondersi in tutto il mondo, grazie a spettacoli come Riverdance per l’irlandese o all’azione instancabile della Royal Scottish Country Dance Society di Edimburgo, che dal 1923 si occupa di preservare e far conoscere questo patrimonio.
Un’associazione che vanta ramificazioni – “branch” – in tutti i continenti. Anche in Italia, dove nel 2011 dall’impegno dei gruppi “Scotia Shores” di Vicenza e “8Cento” di Bologna è nata la Northern Italy Branch, l’unica della penisola, che offre corsi tenuti da insegnanti certificati a Edimburgo.
Danze scozzesi e irlandesi, ci si potrebbe chiedere, sono poi tanto diverse? La risposta non può che essere affermativa.
BRAVEHEART E DINTORNI. Dalla Scozia arrivano le “scottish country dance”, che si eseguono in gruppi o “set” di tre o quattro coppie, intrecciando figure a ritmo di reel, jig o strathspey. La caratteristica principale di questi balli è la “socialità” che li ha contraddistinti fin dalle origini, quando le serate danzanti erano occasione di conoscenza reciproca, come testimonia il fatto che non è necessario essere in coppia, anzi il galateo di sala richiede che si cambi partner ad ogni ballo. Quale migliore modo, quindi, per intessere amicizie o – all’epoca – persino matrimoni?
Per lo stesso motivo le danze scozzesi non richiedono una particolare preparazione fisica e possono essere ballate ad ogni età. Un lato sociale, del resto, rispecchiato dall’internazionalità dei ballerini che si incontrano agli eventi della Rscds, dove i set possono essere formati da persone provenienti indifferentemente da Scozia, Usa, Russia, Italia, Australia, Germania o Giappone. E se il fascino della grande sala gremita di dame in abito da sera e uomini in kilt (non saranno tutti Mel Gibson, ma l’abito tradizionale è terribilmente sexy!) è parte dell’appeal di questi balli, altrettanto divertente può essere improvvisare a casa di amici dopo una pizza.
Più impegnative ma molto scenografiche le danze delle Highlands, che richiamano quelle dei guerrieri scozzesi, a vocazione principalmente solistica. E allora volteggiando tra le lame delle spade si possono sognare le imprese di William Wallace contro le truppe inglesi.
RITMI D’IRLANDA. Chi non ha mai visto – dal vivo o in un film – gli irlandesi scatenarsi brandendo un violino (fiddle) o il tradizionale flauto (whistle)? E i ballerini seguirli scandendo il ritmo con le “scarpe che battono”? Le “set dance” soliste racchiudono tutta l’anima dell’Isola di Smeraldo. I grandi spazi, i temporali improvvisi, che una volta passati ne esaltano il verde, le onde che si infrangono sulle scogliere, le ombre dei dolmen che si allungano al tramonto.
Che siano eseguite con le scarpe “light”, in pelle e camoscio, più simili alle normali scarpette da ballo, o con quelle che battono, dai loro passi scaturisce tutta l’energia che si può trovare nella natura selvaggia o… in un pub tra pinte di Guinness. Del resto furono proprio gli immigrati irlandesi, “battagliando” con gli schiavi africani a far nascere il tip tap.
Nel frattempo le cose sono cambiate, le coreografie oltre alla musica dei violini non disdegnano il rock degli AC/DC o il celtic punk dei Dropkick Murphy, ma per chi agli assoli preferisce l’atmosfera dei pub restano le meno impegnative danze di gruppo “ceili”.
[Questo articolo è stato scritto Maria Elena Bonacini e promosso da Valeria Corradin, insegnante DanzArte di Danze Scozzesi]